mercoledì 22 dicembre 2010

MATRICE GENETICA: il nomade tornerà a camminare


  
  Quanto è importante per voi scegliere il giusto materasso?
  Quanto è importante per voi avere un cuscino ortopedico?
  E quanto è importante avere una sedia ergonomica?

  Sono in molti, che per obblighi lavorativi, sono costretti a   

  mantenere ogni giorno posizioni che il proprio organismo
  trasforma in 
atteggiamenti,
  trasformati a loro volta in vizi posturali ed in definitiva dolori.
  Pare che la maggior parte delle persone conduca uno stile
  di vita sempre meno salutare, improntato alla ricerca di
  soluzioni 
alternative per eliminare tensioni e stress negativo
  accumulato.



La domanda che molti si pongono è: Cosa dovrei fare per star bene?

Non esistono due persone uguali, ogni essere è unico e particolare, con vizi posturali, asimmetrie evidenti e con il passare dell’età, degenerazioni varie.
Ciò che ricordo ad ogni persona che scopre particolari atteggiamenti nella propria postura, è che il nostro corpo si sviluppa innanzitutto secondo la funzionalità e non rientra nella nostra natura il mantenimento di un aspetto simmetrico.
Il motivo può essere ricercato nel fatto che Il cuore sia posizionato leggermente a sinistra nel mediastino, e che il battito cardiaco generi una continua oscillazione. Fegato, milza, stomaco ed intestino non sono speculari, inoltre lo sviluppo della lateralità e la funzionalità della nostra specifica attività lavorativa sono alcuni fattori che giustificano una normale asimmetria corporea.
La postura umana non è il semplice risultato di leggi fisiche ma piuttosto un compromesso tra le situazioni ambientali, le componenti osteo-mio-articolari e lo stato psicologico.
Detto ciò, l’assenza di dolore è una delle caratteristiche della postura corretta oltre che fondamentale per essere in salute.
I disturbi muscoloscheletrici sono oggi tra i più frequenti problemi segnalati dai lavoratori,
come si evince dalla 4° Indagine Europea sulle Condizioni di Lavoro (Fourth European Working Conditions Survey,2005) il “mal di schiena” rappresenta il disturbo più spesso lamentato dai lavoratori (25%) seguito dai “dolori muscolari” (23%) e “dall’affaticamento” (23%).  La cosa incredibile è che potremmo trovare la stessa incidenza di mal di schiena nell’Unione Nazionale Minatori Africani (Amwu)come tra gli impiegati di un qualsiasi ufficio comunale in Italia.
Molte persone passano intere giornate lavorative sedute, si spostano sul sedile di una macchina o di un treno e dopo aver cenato passano alcune ore sul divano… prima di sdraiarsi sul letto.
I ritmi e le necessità della società moderna ci obbligano spesso a cambiare la nostra scala di priorità oltre che privarci di un’attivazione fisica istintiva e naturale. Citando il pensiero di David Arsuffi sull’Involuzione Motoria, “pur andando a svolgere un allenamento costante in palestra, ci troviamo ad eseguire esercizi nuovamente seduti su altri macchinari” (chest press, leg extension, shoulder press, lat machine…e via dicendo) ed il senso di tutto ciò, pare essere quello di uno statico succedaneo alle nostre reali esigenze.


SEDENTARIO O NOMADE?



I dolori alla schiena nei soggetti sedentari compaiono spesso dopo aver mantenuto una      posizione per molto tempo, generalmente sono dovuti ad una mancanza di allenamento dei muscoli addominali e del dorso, in quanto quest’ultimo aumenta progressivamente il peso
sulla colonna vertebrale e genera tensioni ed in alcuni casi infiammazioni.
L’obiettivo principale di ogni persona dovrebbe essere quello di mantenere le curve
fisiologiche della propria colonna vertebrale con priorità di non accentuarle.I muscoli

deputati al mantenimento della postura, sono detti anche muscoli statici o tonici ed
hanno una funzione 
prevalentemente stabilizzatrice.
E’ interessante sapere che questi muscoli sono lenti e resistenti, e con il
passare del tempo evolvono progressivamente verso l’accorciamento ed
una conseguente riduzione di elasticità. Ciò comporta un’eccessiva
compressione articolare, causa di artrosi, riduzione dell’ampiezza
del movimento, tendinite molte delle altre degenerazioni, in poche
parole una mancanza di allenamento ci rende biologicamente più vecchi.
In alcune parti del mondo vivono popolazioni capaci di ricordare il significato
della nostra forma fisica, dediti al cammino, alla caccia, alla raccolta e alla
costruzione, esempi di estrema versatilità, della capacità di adattamento
a diverse temperature e ai diversi ambienti terrestre ed acquatico.        

Queste persone vivono rispettando la propria natura, secondo codici genetici sempre attuali.

  Sarebbe normale non riconoscersi nelle loro abitudini, ma è    
  altrettanto importante capire che condividiamo la stessa matrice, 
  infatti il nostro organismo mantiene determinate funzioni ed esige 
  precise condizioni.
  Persuadere se stessi al mantenimento di un “normale” stile di vita
  sedentario e pensare all’attività fisica come un hobby, conduce
  esclusivamente ad un conflitto interiore causa di frustrazione, scarsa
  autostima e pessime capacità di valutazione.
  Molti studi dimostrano come l’industrializzazione abbia modificato le
  capacità fisiche dell’uomo, peggiorandone il grado di adattamento e
  rendendolo soggetto ad una serie di nuove patologie.  Uno studio  

  condotto su 985 individui, sia uomini che donne, residenti in Tanzania, di cui:
130 appartenenti al popolo Masai, 371 agricoltori, 484 abitanti della città, ha dimostrato dagli esami del sangue e check-up, che i nomadi denotavano uno stato di salute ottimale: colesterolo nella norma, valori al di sotto di ogni rischio, decisamente migliori degli altri gruppi analizzati.
Non riferivano dolori osteo-mio-articolari di alcun tipo e l’insorgenza di malattie cardiovascolari
nei Masai era un fatto raro, così come il sovrappeso.


 










La popolazione del Kenya spende circa 2500 chilocalorie    grazie ai km percorsi ogni giorno a piedi. Per ottenere lo stesso stato di salute Masai, i ricercatori suggeriscono agli occidentali
di camminare per 20 km al giorno e ciò potrebbe sembrare facile ma frigorifero-divano, divano frigorifero è un percorso troppo breve.
Tentare di modificare eccessivamente la propria natura per fini commerciali e farlo in nome “dell’evoluzione”, illude molte persone di essere migliori, altresì il risultato evidente è lo smarrimento della propria identità genetica e la nascita di forme poco affini alla salute.

                                                                          
   (Fonte:www.realestateradiousa.com)
  Jimi Heselden, il proprietario della società che  

  produce i Segway, è morto precipitando da un   
  dirupo mentre stava testando un nuovo modello  
  del famoso monopattino.
  L’incidente si è verificato nello Yorkshire, in   

  Inghilterra, lungo il fiume Wharfe. Stando alle 
  prime ricostruzioni delle autorità, Heselden stava  
  provando una versione del Segway studiata per
  compiere fuoristrada quando avrebbe perso il  
  controllo del mezzo, cadendo infine da un 
  precipizio. 



 "Io per la mia salute farei di tutto, tranne la dieta e il moto" (Oscar Wilde) 

            


IL RISVEGLIO DEL NOMADE: TORNARE A CAMMINARE



   Qualsiasi miglioramento voi cerchiate in termini di
   salute includerà il movimento e tornare a camminare
   sarà il primo passo per riscoprire il potenziale di cui
   disponete.
   Se non avete tempo per fare attività fisica…trovatelo,
   sarà la
scelta

   migliore per la vostra vita.
   E se non siete ancora disposti a fare sport, iscrivervi
   in palestra o correre al parco, cominciate a camminare.

   Ci sono degli ottimi motivi per cominciare a camminare:
   non costa soldi e non è richiesta un’iscrizione.
   Non c’è un abbigliamento particolare da indossare e basta
   un paio di scarpe comode per iniziare.
   Camminare regolarmente vi aiuterà a migliorare la resistenza 

   aerobica,
   a bruciare calorie e migliorare la respirazione, creando inoltre un
   condizionamento adeguato per passare ad un’attività fisica più 

   intensa.



 IL GRANDE SALTO: LA CRESCITA INTERIORE


Per coloro che si sentono già pronti ad effettuare il grande salto, e per chi già cammina.
Osservando lo stile di vita delle popolazioni indigene è possibile trarre illuminanti spunti di
riflessione per capire i principi che regolano il nostro organismo e la nostra vita.

Il fenomeno dell’adattamento: Matrice Genetica 

il Corpo Umano conserva una funzionalità di base, rapportata alla quantità di lavoro che svolge normalmente. Se un agente esterno, come una malattia, uno sbalzo di temperatura, un trauma o uno sforzo, provoca un cambiamento, l’organismo reagisce con uno stress, cioè con una reazione volta all’adattamento ad una nuova situazione. Lo shock stimola l’organismo ed il contro-shock lo induce a reagire. Se l’agente esterno, nel nostro caso uno sforzo fisico, è superiore come intensità e durata alle possibilità di difesa dell’organismo, si ha una fase di esaurimento. Se invece l’organismo riesce ad organizzare una reazione efficace, ci sarà unadattamento.
Nel caso di una persona che solleva dei pesi, si arrampica su di un albero o combatte, l’adattamento riguarderà la forza, nel caso della persona che cammina per molti chilometri riguarderà la resistenza. Lo scopo di allenarsi è quello di adattare l’organismo a sostenere sforzi sempre più intensi, con il principio della supercompensazione.
Il fenomeno dell’adattamento non conosce mode, è un dogma della natura e sarà sempre valido, che viviate nelle foreste o nelle metropoli sarà un riferimento per il vostro allenamento ed il vostro lavoro. E’ ciò che ci ha permesso di essere qui, oggi.
Camminando effettuiamo un viaggio metaforico dentro noi stessi, ci aiuta a comprendere il nostro atteggiamento di fronte al cambiamento ed a sviluppare la capacità di adattamento.

Equilibrio dinamico: l’unità Mente/Corpo e l’Universo
In assoluta sintonia con il concetto Olistico, possiamo affermare che mente e corpo sono un’unità inscindibile in grado di condizionare la percezione propria della vita.
Tale conoscenza è comune nelle popolazioni tribali, esse ripongono grande attenzione a non interferire negativamente sul loro equilibrio interiore, eccedendo nell’attenzione ad una delle due parti.
Tuttavia pare che dedicare tempo a se stessi, non sia un argomento convincente per la maggior parte degli individui della società moderna, ma l’autoconsapevolezza e la crescita personale sono necessari al fine di apprendere un linguaggio emozionale che ci aiuti a sviluppare una nuova sensibilità e intelligenza sociale. Il nomade è maestro nell’abilità di socializzare, padroneggiando il linguaggio dei segni e dei sentimenti può entrare in sintonia con gli altri, alimentando e mantenendo amicizie durature
Guardando il proprio percorso, il nomade capisce che i pianeti, il sole e la Terra stessa sono in movimento perpetuo e si chiede: perché l’uomo dovrebbe fermarsi? Quando un bambino piange, basta prenderlo in braccio e camminare per interrompere le sue lacrime. Allo stesso modo, il leggero oscillare della culla, provocato dal braccio della mamma, stimola il neonato ad abbandonarsi al sonno. Il nomade si mantiene vicino all’essenza mentre il sedentario, civilizzato, urbano e pantofolaio, ha smarrito la direzione più profonda.
Il cammino ha un grande potere curativo, e solitamente durante il percorso vengono in mente le idee più belle.
Immaginate di essere in una spiaggia alle otto del mattino con la sola compagnia dei gabbiani e delle acque calme, il mare sembra una tavola lucente nella quale si disegnano le sfumature del sole. In quel momento, nella mente, approdano i pensieri più belli. Vivere di certi stupori, migliora il nostro stato d’animo
L’uomo deve muoversi, è lui stesso cielo, pianeta e orbita. 
Il nomade tornerà a camminare perché ha capito che il Viaggio stesso è la Meta

Dai Tuareg del Sahara agli aborigeni australiani, dai boscimani del Kalahari ai pastori erranti nel deserto del Gobi, esistono milioni di persone che non solo culturalmente (com’è il caso dei nomadi globali) ma addirittura fisicamente hanno inscritte nei propri geni le matrici della mobilità, così come dell’autonomia, della cooperazione e del rapporto simbiotico con l’ambiente. Da un’analisi dei punti di contatto e delle differenze sostanziali tra culture differenti può dunque emergere con più nitidezza il profilo del nuovo nomade, in grado di riconoscere e recuperare i valori dell’erranza tradizionale per integrarli nella complessità del suo presente, dove le esigenze del vivere si mescolano all’uso sempre più massiccio e irrinunciabile delle nuove tecnologie.
“Mi sento di fare un augurio a tutti quei camminatori e quei corridori che percorrono questo pianeta, Ilmoto è vita, e la vita si nutre di quella mobilità che fa del mondo un luogo di mutamenti”. Bruce Chatwin 


Questa lettura vuole essere un mezzo per stimolare una riflessione, un ponte con la parte istintiva del nostro essere spesso limitata dalle abitudini. il ricordo che nella vita ci sono cambiamenti che possono avvenire in un momento, e decisioni che cambiano la vita, migliorare il vostro stato fisico è una di queste.

C’è un detto nella cultura Masai: "Fin che puoi ..Salta"

Sveglia il Nomade e ricomincia a camminare.

Giacomo Catalani 

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